numero 5/2018
E dopo l'intervista ai vecchi amici di Colla, che ci vogliono bene nonostante sia partita una newsletter con dei caratteri tipografici strambi, ecco un'intervista ai nuovi amici di Grafias, una bella rivista che teniamo d'occhio da almeno un paio d'anni :)
intervista a Grafias
Raccontateci in un tweet (ma di quelli da 140 caratteri) che cosa fa Grafias.
Grafias traduce i più innovativi articoli culturali apparsi su riviste giornali website (dai più noti ai meno conosciuti) di tutto il mondo.
Ok, adesso potete anche elaborare una risposta più lunga.
Grafias è un progetto editoriale internazionale di ricerca e innovazione culturale. La nostra linea editoriale è allo stesso tempo altamente specializzata e totalmente ondivaga. Ricerchiamo su riviste, giornali, siti web di tutto il mondo articoli culturali che in realtà il più delle volte sono veri e propri saggi, contraddistinti da una straordinaria leggibilità, specializzati su un determinato argomento e firmati da scrittori, critici letterari, traduttori, editor, in sostanza da operatori altamente specializzati del mondo della cultura, del libro e della letteratura internazionali, che il più delle volte sono affermati e noti in patria e perlopiù sconosciuti in Italia. Dopo aver scovato il contenuto che fa per noi, ci dedichiamo a esso, insieme a un’eccezionale équipe di traduttori sparsa in tutta Italia, con tutta la cura editoriale di cui siamo capaci, per pubblicare un contenuto i cui punti di forza siano l’originalità e la competenza, la qualità della traduzione e una forma altamente godibile e leggibile, che per noi è un obiettivo imprescindibile. Oltre alle traduzioni, produciamo interviste a importanti figure dell’editoria internazionale e mappiamo i più importanti, originali e poco conosciuti festival letterari sparsi per il mondo.
Chi è che fa Grafias?
Grafias è una redazione composta da sette persone, tutte operanti nel mondo dell’editoria e della cultura. È una straordinaria rete internazionale di editori, editor, giornalisti, critici letterari, direttori di riviste che aderiscono (a dire il vero sempre in modo entusiastico e inaspettato rispetto agli standard a cui ci hanno abituato le logiche un po’ territorialistiche del nostro paese) al progetto mettendo a nostra disposizione tutto ciò che può esserci utile per operare al meglio e divenendo partner internazionali del progetto. Ed infine è una eccellente rete nazionale di traduttori.
Qual è il vostro metodo di lavoro? Cos’è che fate perché Grafias funzioni?
Anzitutto combiniamo tutte le competenze che fanno parte della nostra redazione, ci confrontiamo costantemente tenendo una riunione di redazione a settimana, ma soprattutto convogliando tutte le nostre idee, energie e capacità creative e intuitive in quello che vogliamo realizzare attraverso Grafias: ovvero poter conoscere e imparare cose nuove che appartengono ai paesi più diversi in ambito letterario, editoriale e culturale. Per quanto riguarda invece il lavoro redazionale di produzione dei contenuti, è semplicemente lo stesso di una casa editrice, dallo scouting alla richiesta dei diritti, dalla revisione di traduzione all’editing, dalla correzione di bozze all’impaginazione, dalla costruzione di un apparato di note argomentative e esplicative alla ricerca delle immagini, che sono una componente molto importante di ogni nostra pubblicazione, fino alla pubblicazione e al lancio online, accompagnato dalle azioni di comunicazione tradizionale e sui social.
Ipotizziamo che abbiate un budget a disposizione, che però non copre tutte le voci di spesa che ci sono in Grafias. Dopo le cose tecniche (server, dominio, stampe, quelle cose pratiche) a cosa date priorità?
Sono tante le cose a cui vorremmo dare assoluta priorità, ma prima e più di ogni altra cosa c’è senza nessun dubbio il desiderio di valorizzare il lavoro che decine di traduttori professionisti da tutta Italia e anche da fuori hanno offerto e continuano a offrire a Grafias sin dalla sua nascita. Troppo spesso il contributo vitale dei traduttori nel mondo editoriale italiano viene sottovalutato e, immotivatamente e immeritatamente, sminuito. E poi naturalmente ci piacerebbe poter potenziare ulteriormente il progetto, intensificare le pubblicazioni e sondare più concretamente l’ipotesi di diventare anche una rivista cartacea.
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